Un NO reazionario e una mascolinità ammorbidita: la Fashion Week milanese.

Ogni giorno in salone ci facciamo porta-voci e interpreti di tendenze. Facciamo in modo che tutte le nostre proposte si ispirino a te, ma che anche prendano spunto dal quadro storico del momento. Ci informiamo su tendenze e mode, seguiamo da vicino e con estrema passione sfilate e nuove collezioni… e l’abbiamo fatto anche con la Fashion Week maschile della settimana scorsa.

E oggi vogliamo raccontarti ciò che più ci è piaciuto, ciò che più ci ha appassionato.

Quello che emerge, sfilata dopo sfilata, è sicuramente che da dopo la pandemia e il periodo di reclusione forzata che abbiamo vissuto, stiamo reagendo ma non solo con colori ed energia, ma anche con eleganza minimal, fatta soprattutto di dettagli che mettono in evidenza la personalità di chi li indossa.

Ed ecco che agli esordi del 2023 la moda maschile cerca di chiudere un cerchio, tornando indietro verso un’eleganza sottile verso elementi classici, cancellando le felpe e le sneakers.

Tra tutte le innovative Opere che abbiamo visto sfilare, perché non si tratta di semplici vestiti, ma di vere e proprie affermazioni di storia, stile e cultura, ci ha colpito il mood di Simon Cracker e la sua “BUT NO!”

Sempre più lontano dalle grandi maison e dallo studio della moda come produzione di serie e sempre più vicino al punk e ad un movimento controcorrente che urla un grande NO ai sistemi obsoleti, all’inquinamento delle industrie della moda, alle nome e ai confini stringenti.

QUELLO CHE PIÙ VALORIZZA LE SUE OPERE È LA VOGLIA DI CREATIVITÀ E DI CONDIVISIONE.

Ed ecco che nasce “BUT NO” collezione che si scolla dalle mitologie contemporanee, che racconta una rabbia che porta all’azione immediata ed energica, la rabbia che innesca un cambiamento consapevole e netto. I capi creati, infatti, raccontano slogan chiari e concetti precisi e sono stati fabbricati con il recupero di scarti di produzione…

La sfilata “arrabbiata” (com’è stata definita) dice no alle ingiustizie che fanno parte del mondo, i modelli sfilato urlando NO con lo sguardo.

MA BEN VENGA QUESTA RABBIA IN GRADO DI CREARE NOVITÀ, IN GRADO DI CREARE BELLEZZA E RIVOLUZIONI!

La sfilata è terminata con una dedica a Vivienne Westwood stilista e attivista inglese che da poco ci ha lasciati e ha visto due collaborazioni importantissime, che hanno sottolineato, ancora di più, i temi forti che Simone voleva spingere:

  • Gaia Segantini designer ecosostenibile Marchigiana per la maglieria retata multicolore
  • Jamie Reid l’inglese che inventò le grafiche della band punk più famosa al mondo i Sex Pistols.

Te lo raccontiamo sempre, quando vieni a trovarci, la moda è un vero strumento di comunicazione e sta diventando sempre più riconosciuto e compreso. Questo ci fa molto piacere perché è fondamentale prendere posizione su temi importanti. Ed ecco che con capi d’abbigliamento prendono voce l’ecososteniblità, la voglia di unicità, la voglia di CAMBIAMENTO!

“La moda se usata nella maniera giusta è un mezzo per comunicare, protestare e anche insegnare qualcosa a chi ci segue e ci stima. Non è il momento di fare collezioni sui ricordi, su situazioni personali e leggerezza. Per noi è il momento di essere sinceri e cominciare a parlare di soluzioni per questo mondo che sotto tutti i punti di vista sta andando al macero dalla situazione ambientale alla guerra dietro l’angolo”

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